Questo lavoro si propone di ricostruire il pensiero bruniano intorno all'Uno, e soprattutto di comprendere quale sia l'esperienza dell'Uno possibile per l'uomo, la quale fonda la conoscenza filosofica del fondamento. La metafisica, l'epistemologia e l'antropologia del Nolano sono attraversate da una comune tematica: l'ombra. La realtà occupa una dimensione mediana tra la luce e la tenebra, tra l'unità e la molteplicità: essa è umbratile: ciò che in essa vive non non può esperire nè conoscere altro che l'ombra. E questa condizione unisce tutti gli esseri, tutte le parti dell'universo infinito. L'uomo è un composto di luce ed ombra come il resto dell'infinita realtà. Questa condizione, che segna i limiti invalicabili della sua esperienza, presenta però una possibilità: non essendo altro che ombra, non conoscendo altro che ombra, l'uomo ha una relazione indiretta con la luce, della quale l'ombra reca le tracce, le vestigia. Seguendo le vestigia, imparando a riconoscerle e decifrarle, con un infinito sforzo della volontà l'uomo può curvare il naturale ciclo delle metamorfosi verso l'alto, in un'infinita ascesa verso l'Uno , il bene, la bellezza. Il problema pincipale affrontato da Bruno è l'ambivalenza della dimensione dell'ombra, e soprattutto come riuscire, da una condizione esistenzialemente costitutiva come quella dell'ombra e della pluralità, alle quali l'uomo è necessariamente legato finché «vive la vita degli esseri animati», a formarsi un'immagine della verità, ovvero dell'unità che soggiace ad ogni molteplicità. Il motivo dell'ombra, che segnando il limiti dell'esperienza umana fonda però la possibilità per l'infinito spostamento di questi limiti, apre a l'uomo l'orizzionte di un'infinita assimilazione alla luce e all'Uno, di una trasformazione permanente che riallaccia i suoi limiti individuali con l'infinità della vita universale. La dialettica tra immagini e silenzio sarà quindi oggetto delle considerazioni conclusive, nelle quali sarà mostrato come propria la dottrina mistica del silenziodi fronte a Dio, eco della docta ignorantia cusaniana, dia ragione del grande valore dato da Bruno alle immagini, e che l'amorosa venerazione del Nolano per la Natura e per i multiformi aspetti della Vita siano una conseguenza della sua concezione di Dio come imperscrutabile abisso.
This work aims to reconstruct Giordano Bruno's thought about the One, and to understand what kind of experience of the One is possible for the human being. The metaphysics, epistemology and anthropology of the Nolan are indeed related by a common theme: the shadow. Reality occupies a median dimension between light and darkness, between unity and molteplicity. It is shadow-like (umbratile): whatever lives in this dimension can experience and know only shadows. This condition is common to all beings in all parts of our endless universe. It defines the limits of man's experience, but presents also potentialities: as man is just a shadow who only knows shadows, he partecipates indirectly in the light. The shadow bears traces, vestigia of the light. Brunos metaphysical doctrine is somehow the exposition a posteriori of an ascent from the shadows to metaphysical knowledge. The principal object of this present work is the ascent from the shadows to the shadow-like insight of the Good as described by Bruno in his work, expecially in the Furori. "Shadow- metaphysics" indicates the universality of shadow-like dimension, and the fact that the shadow for Bruno is an ontological determination of reality, a necessary determination, as it is metaphysically established. The present work aims to show the continuity of the different levels on which Bruno's thinking develops, a continuity which connects, in a continuous cicle of ascension and descent, the metaphysical level with the physical one and finally with the mental dimension of the human being. Consideration will be given to the mystical doctrine of the silence before God, which is at the base of the great value given by Bruno to images. Also the reader will discover how Nolan's loving veneration of Nature and of the multiform aspects of Life are a consequence of his conception of God as an inscrutable abyss.