dc.contributor.author
Alagia, Donato
dc.date.accessioned
2018-06-07T17:01:09Z
dc.date.available
2018-04-20T11:12:08.552Z
dc.identifier.uri
https://refubium.fu-berlin.de/handle/fub188/3299
dc.identifier.uri
http://dx.doi.org/10.17169/refubium-7499
dc.description.abstract
Questo lavoro si è posto quale obiettivo principale il recupero critico della
decorazione marmorea degli Horti Lamiani, rivestimenti parietali e
pavimentali, alla luce dei più recenti scavi effettuati nella zona
dell’Esquilino, così da giungere a una sua ricollocazione nell’insieme degli
elementi architettonici di origine. La ricerca, nel quadro di un rapporto di
collaborazione con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
(SSBAR), intende aggiornare i risultati ottenuti negli anni Ottanta in
occasione della mostra Le tranquille dimore degli dei, che per la prima volta
offrì una lettura del progetto architettonico e del programma decorativo degli
Horti Lamiani. I precedenti studi si basavano, però, sostanzialmente sulle
notizie frettolosamente documentate, raccolte e pubblicate dalla Commissione
Archeologica Comunale. Gli scavi stratigrafici, condotti sull’area nell’ultimo
decennio, e l’utilizzo dei più innovativi sistemi informativi a disposizione
(primo fra tutti il SITAR, Sistema Informativo Archeologico di Roma)
consentono di riconsiderare le evidenze archeologiche emerse e distrutte alla
fine dell’Ottocento e di ricontestualizzare gli apparati decorativi
pertinenti. Il lavoro è stato strutturato su fronti differenti, ma correlati:
raccolta delle notizie storiche e archeologiche riguardanti il complesso,
inquadramento topografico e ricontestualizzazione degli elementi decorativi.
Dopo aver esaminato i principali studi archeologici che negli ultimi due
secoli hanno interessato l’area dell’Esquilino e in particolar modo la
lussuosa residenza degli Aelii Lamiae, l’attenzione è stata focalizzata sul
problema della localizzazione del sito degli Horti Lamiani, per il quale è
ipotizzabile una collocazione al di fuori delle Mura Serviane e a est
dell’antica via Merulana. Una volta definita l’area di indagine, è stata
effettuata una sistematica revisione bibliografica e il recupero dei dati
confluiti nel SITAR, un Web-GIS cartografico che raccoglie e informatizza
tutti i dati provenienti da indagini archeologiche pregresse e in corso. I
dati così recuperati sono stati inseriti in una base cartografica digitale al
fine di elaborare piante di fase, a maglie più strette rispetto a quelle già
note, attraverso le quali seguire le principali tappe della vita degli Horti
Lamiani: sono state distinte sei fasi edilizie dall’età augustea fino all’età
tardoantica. La lacunosità nella documentazione archeologica e la mancanza di
una continuità fisica tra le strutture afferenti all’area degli Horti Lamiani
non consente di risalire a un originario progetto architettonico. Tuttavia
l’analisi delle strutture superstiti, il confronto con le ville del suburbium
e della costa campana e laziale e la lettura delle fonti antiche hanno
consentito di avanzare alcune ipotesi sulla organizzazione degli spazi e la
funzione di alcuni edifici. Alla luce delle più recenti indagini
archeologiche, della letteratura scientifica e dei confronti bibliografici, si
è tentata, inoltre, la ricomposizione delle fasi decorative del complesso: gli
elementi decorativi portati alla luce nel corso degli scavi stratigrafici
degli ultimi anni e i numerosi confronti offerti dall’attuale letteratura
scientifica hanno permesso di aggiornare le riflessioni sul programma
decorativo degli Horti Lamiani. In particolar modo, l’ultimo grande scavo
effettuato tra il 2006 e il 2009 nelle vicinanze di piazza Vittorio Emanuele
II ha restituito numerosi elementi marmorei di rivestimento. La grande
quantità di marmo bianco e colorato proviene principalmente da due contesti.
Il primo, topograficamente collocato nell’area di scavo denominata Area
Cortile Grande, consiste in una serie di scarichi di materiale edilizio. Il
deposito scoperto rappresenta un accumulo di materiali marmorei, provenienti
da edifici distrutti o che subirono un cambiamento dell’arredo decorativo. Il
secondo contesto, invece, è un vasto ambiente di età severiana (Ambiente IV),
in origine pavimentato con lastre rettangolari di marmo proconnesio di cui
rimangono solo le impronte sul massetto preparatorio. Su quest’ultimo sono
stati rinvenuti numerosi frammenti marmorei, interpretati, al momento dello
scavo, come i residui dell’attività di spoliazione dei rivestimenti parietali.
Il progetto ha offerto l’opportunità di sviluppare un’adeguata strategia di
classificazione e studio dei materiali marmorei da poter applicare anche in
occasione di altri scavi urbani di una certa importanza. I rivestimenti
marmorei parietali e pavimentali, che spesso forniscono indicazioni precise
sulla funzione e il livello di committenza degli edifici, infatti, sono in
genere presi in considerazione soltanto quando si rinvengono in situ e sono
interamente ricostruibili. Le crustae di marmo dissolte nel terreno di scavo,
invece, sono abitualmente trascurate, privando la ricerca archeologica di dati
piuttosto importanti. Dato che dallo studio delle singole crustae si può
talvolta risalire alle tipologie, alla cronologia e alla qualità dei
rivestimenti da cui provengono, è opportuno proporre una classificazione
specifica I ritrovamenti archeologici degli ultimi anni hanno consentito,
infine, un aggiornamento del catalogo degli Horti Lamiani pubblicato nel 1986
(Le tranquille dimore degli dei). Il catalogo dei singoli edifici integra
quello di Cima con le strutture emerse nel corso delle indagini recenti. A
differenza del passato, però, gli edifici sono stati distinti per fasi
edilizie, consentendo un più agevole posizionamento sulla base cartografica.
Al catalogo dei rivestimenti del 1986, che comprendeva soltanto due pavimenti
e un gruppo di capitelli di lesena, sono stati aggiunti numerosi elementi
pertinenti a raffinate decorazioni parietali e pavimentali in opus sectile e
opus interrasile. Questi ultimi sono stati studiati tenendo conto della più
recente letteratura scientifica specialistica.
de
dc.description.abstract
This work provides the recontextualization of the decoration of the Horti
Lamiani and the analysis of their transformation from the end of the Roman
Republic to the Late Antiquity. In cooperation with the Archaeological
Heritage Department of Rome (Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici
di Roma), the aim of the study is the analysis of the marble decoration of the
Horti Lamiani, in the light of the most recent excavations in the area of the
Esquiline, in order to relocate it into its original context. This research
aims at updating the results obtained in 1986 on the occasion of the
exhibition catalog Le tranquille dimore degli dei edited by E. La Rocca and M.
Cima, that for the first time offered an interpretation of the architectural
design and the decorative program of the Horti Lamiani. Previous studies were
mainly based on the archaeological discoveries rather hastily documented,
collected and published by the Municipal Archaeological Commission created in
1872. The work has been organized according to some major categories:
collection of historical and archaeological evidence regarding the complex,
topography and recontextualization of the decorative elements. A first
bibliographic approach was necessary to take a clear position within the
scientific debate that focused on the localization of the site of the Horti
Lamiani. Based on some topographical observations one can conjecture that the
Horti Lamiani were settled outside the Servian walls and east of the ancient
via Merulana. Once the area of investigation was defined, a further review of
ancient sources has been carried out along with the recovery of the official
documentation of the Soprintendenza gathered in the Geographic Archaeological
Information System of Rome (SITAR), a WebGIS, which collects and computerizes
all the data from previous and ongoing archaeological investigations. Those
areas of the residence discovered in recent years by the Soprintendenza
Archeologica were particularly examined. All the retrieved data were
vectorized, which is to say they were translated into objects with a
geometric, defined and geo-referenced shape, and incorporated in a digital map
in order to realize a database available to consultation and inquiries. The
information gathered by Lanciani and his collaborators during the construction
works of the end of the 19th century along with the data acquired during the
recent excavations have led to the drawing of phase maps which show the main
stages of the evolution of the Horti Lamiani. Contrasting with the past
studies, the stratigraphic excavations have allowed to distinguish six
different building phases from the Augustan age to the late imperial period in
the archaeological records. The incompleteness of the archaeological records
and the lack of a physical continuity between the structures belonging to the
Horti Lamiani do not allow to go back to an original architectural design.
However, the analysis of the surviving structures, the comparison with the
villas of the suburbium and the coast of Latium and Campania, and the reading
of the ancient sources made possible some assumptions about the organization
of spaces and the function of some buildings. In light of the recent
archaeological investigations, the scientific literature and bibliographic
comparisons I attempted to reconstruct the decorative phases of the complex.
The decorative elements that were brought to light during the recent
stratigraphic excavations and the numerous comparisons offered by the current
scientific literature allowed to update the speculations on the decorative
program of the Horti Lamiani. In particular, the last excavation carried out
between 2006 and 2009, close to Piazza Vittorio Emanuele II, brought to light
a great number of marble elements. The large quantity of white and colored
marble comes mainly from two contexts. The first one, topographically located
in the excavation area called Area Cortile Grande, consists of a series of
layers made of marble elements. In this deposit it is possible to distinguish
some elements that can be referred to the Julio-Claudian decorative phase of
the residence. For example, some pilaster capitals of Rosso Antico, decorated
in the technique of opus interrasile have been referred to the decoration of a
sumptuous ambulatio discovered in 1875 by Lanciani and dated to the reign of
Nero. The second context is a large room of the Severan period (Room IV)
originally paved with rectangular slabs of Proconnesian marble of which only
the impressions on the preparation layer remain. Several marble fragments were
found on the floor and interpreted as residuals of the spoliation of the wall
coverings. The project provided the opportunity to develop an appropriate
strategy for the classification and study of marble materials, which can also
be applied in other urban excavations. Finally, the archaeological finds of
the recent excavations have made possible the updating of the catalog of the
Horti Lamiani published in 1986 (Le tranquille dimore degli dei). The catalog
of the single buildings compiled by Cima was completed with the structures
that were excavated during the recent investigations. However, unlike in the
previous studies, the buildings were singled-out by considering the different
construction phases. Numerous elements referring to walls and floors decorated
in opus sectile and opus interrasile have been added to the old catalog of the
decorative coverings which included only two floors and a group of pilaster
capitals. These new elements have been studied in the light of more recent
scientific literature.
en
dc.format.extent
Testo: 403 Seiten, Tavole: CXII Seiten
dc.rights.uri
http://www.fu-berlin.de/sites/refubium/rechtliches/Nutzungsbedingungen
dc.subject
opus interrasile
dc.subject.ddc
900 Geschichte und Geografie::930 Geschichte des Altertums (bis ca. 499), Archäologie::930 Geschichte des Altertums bis ca. 499, Archäologie
dc.subject.ddc
700 Künste und Unterhaltung::720 Architektur::722 Architektur bis etwa 300
dc.subject.ddc
700 Künste und Unterhaltung::720 Architektur::728 Wohnbauten und verwandte Gebäude
dc.subject.ddc
700 Künste und Unterhaltung::740 Zeichnung, angewandte Kunst::747 Innendekoration
dc.title
Horti Lamiani. Topografia e ricontestualizzazione della decorazione marmorea
dalla tarda Repubblica all’età tardoantica
dc.contributor.firstReferee
Prof. Dr. Johanna Fabricius
dc.contributor.furtherReferee
Prof. Dr. Marcello Barbanera
dc.date.accepted
2014-12-12
dc.identifier.urn
urn:nbn:de:kobv:188-fudissthesis000000106980-9
dc.title.translated
Horti Lamiani. Topography and recontextualization of the marble decoration
from the late Roman Republic to Late Antiquity
en
refubium.affiliation
Geschichts- und Kulturwissenschaften
de
refubium.mycore.fudocsId
FUDISS_thesis_000000106980
refubium.mycore.derivateId
FUDISS_derivate_000000023614
refubium.mycore.derivateId
FUDISS_derivate_000000023615
dcterms.accessRights.dnb
free
dcterms.accessRights.openaire
open access