What is the meaning of using rhyme in poetry? What is its general function, its raison d’être? The aim of this paper is to propose a solution to this unanswered question, filling a remarkable gap in the studies in metrics and literary theory. After a survey of why historical explanation (rhyme as compensation for the low level of artificiality of the accentual metric system compared to the classic one) are unsatisfactory, a proposal based on theoretical analysis of the thought process triggered by rhyme is outlined. Forcing the poet to use a word often scarcely relevant to the context in which it is collocated, rhyme requires to make it relevant through a shift to symbolic language, towards a remote, metaphorical, sophisticated imagery, by means of all resources of figurative speech. This essential process (called here “figural function”) provides a very general explanation of the device of rhyme, linking it directly to the deep nature of the creative act and to the analogical and metaphorical dimension, where the essence of poetic language lies.
Qual è il senso del ricorso alla rima in poesia? Qual è la sua funzione generale, la sua ragion d’essere? Scopo dell’articolo è proporre una soluzione a questa domanda ancora senza risposta, colmando una grave lacuna negli studi di metrica e teoria letteraria. Rilevata l’insufficienza, in tal senso, non solo delle funzioni comunemente attribuite alla rima, ma anche di una spiegazione storica più seria (la rima come compenso al livello troppo basso di artificialità del sistema metrico accentuativo rispetto a quello classico), la risposta è individuata analizzando, a livello teorico, il processo di pensiero innescato dalla rima. Costringendo il poeta a inserire una parola in genere poco pertinente al contesto, la rima richiede di rendere pertinente quella parola attraverso uno slittamento del discorso verso il metaforico, verso l’immagine lontana, analogica, ricercata, sfruttando tutte le risorse del parlar figurato. Questo suo meccanismo fondamentale (cui si dà qui il nome di «funzione figurale») fornisce una spiegazione davvero generale dell’artificio formale della rima nel connetterlo direttamente alla natura profonda dell’atto creativo e alla dimensione analogica e metaforica che è l’essenza stessa del linguaggio poetico.