dc.contributor.author
Russo, Piertoni
dc.date.accessioned
2018-06-07T22:26:01Z
dc.date.available
2012-05-07T13:08:09.029Z
dc.identifier.uri
https://refubium.fu-berlin.de/handle/fub188/9267
dc.identifier.uri
http://dx.doi.org/10.17169/refubium-13466
dc.description.abstract
Gli individui, secondo quanto sostiene Vico, specialmente nel momento in cui
hanno ancora difficoltà nel crearsi una corretta raffigurazione della realtà,
ricorrono continuamente al potere della fantasia, nel cercare di distorcere la
realtà e renderla il più possibile a portata delle reali capacità umane.
L’uomo, non potendo agire con l’occhio di Dio, di colui che vede il tutto
nella sua pienezza e perfezione, agisce con l’occhio dell’uomo, analizzando le
singole parti, immaginandole e potenziandole con delle finzioni fantastiche,
fino a poter giungere ad una visione del tutto. In questo lavoro di ricerca mi
concentrerò sulle opere di Giambattista Vico, con un’analisi attenta che segua
lo sviluppo della fantasia, con una cronologia che rispetti lo sviluppo della
tematica all’interno delle sue opere. La fantasia, secondo Vico, è utilizzata
dall’uomo come mezzo finalizzato a creare immagini che forniscano un modello
d’interpretazione della realtà, in un percorso di ricostruzione e
rielaborazione del cammino storico dell’uomo. Il mezzo di controllo della
fantasia si identifica in Vico col la ragione, la sola capace di regolare e
proporzionare il ragionamento fantastico in modo da renderlo attinente al
mondo reale. Gli uomini, già dall’età della fanciullezza, hanno bisogno di
educare il loro modo di ragionare; educare lo spirito alla ragione – continua
Vico - significa educarlo all’utilizzo del metodo matematico. Il filosofo
distingue due fasi della vita di un uomo in cui, a seconda dell’età e
dell’esperienza acquisita, queste due capacità intellettive hanno un valenza
specifica e una preminenza nei confronti dell’altra: nei giovani prevale la
fantasia, negli anziani prevale la ragione Parleremo inoltre dell’autonomia
della fantasia nei confronti della sensibilità. Vedremo come queste due
facoltà si rendono indipendenti o correlate l’una all’altra, per poi giungere
alla definizione e spiegazione dei singoli termini memoria, fantasia e ingegno
e chiarire il loro ruolo nella ricostruzione della storia. Sarà inoltre
indispensabile soffermarci sul concetto di universale fantastico, che, secondo
la definizione di Remaud, è quell’attitudine degli uomini ancora selvaggi ad
appropriarsi di un fenomeno naturale attraverso il linguaggio; in pratica il
tentativo di adottare, nella classificazione delle cose, una regola di
univocità. Più l’uomo esce dal suo “stato di ignoranza”, più cambia anche il
ruolo e l’intensità della fantasia all’interno della esistenza. La fantasia,
allora, si trasformerà in un’affinata facoltà poetica, in una forza creativa
che aiuta l’immaginazione dei poeti e la loro capacità inventiva. La fantasia
come qualità dei poeti, la trasformazione dell’uso della metafora dalla sua
precedente valenza filosofica a quella prettamente artistica. Dopo un’analisi
attenta del concetto di fantasia in Vico, passerò alla seconda parte della mia
ricerca, quella che si basa su un raffronto riguardo la possibile relazione
tra il concetto di fantasia vichiano e quello di immaginazione trascendentale
kantiano. La seconda parte del mio dottorato si soffermerà sui seguenti punti:
a) La differenza tra creare (opera di Dio) e fare (opera dell’uomo) in Vico e
Kant, secondo la visione di Otto; b) La ricerca kantiana di una scienza pura
che permetta all’uomo di giungere alla sintesi della conoscenza e la
conseguente considerazione di riferirsi alla matematica o geometria; c)
L’immaginazione trascendentale, all’interno delle opere di Kant. La teoria
kantiana si fonderà dunque su un giudizio conoscitivo a priori basato sulle
intuizioni e che ha come dottrina di riferimento la matematica. Paragonerò il
discorso kantiano, che intende la sintesi a priori come capacità di
riformulare e comporre in modo nuovo gli elementi che l’uomo già possiede già
dentro di sé, con le teorie di Vico, il quale sostiene che la matematica si
basa su una struttura logico-intuitiva che si affida alla capacità
immaginativa, dovendo l’individuo immaginarsi numeri e forme per giungere alla
dimostrazione dei teoremi a cui fa riferimento. Ma il concetto di
immaginazione in Kant non si riduce solo all’immaginazione trascendentale
della Kritik der reinen Vernunft. Vi sono almeno altre due differenti varianti
presenti nel pensiero dell’autore. La prima all’interno della Kritik der
Urteilskraft, dove l’immaginazione si trova libera dal dominio dell’intelletto
che, in altri casi, aveva sempre imposto all’immaginazione degli schemi
all’interno dei quali è costretta ad agire. L’Anthropologie in pragmatischer
Hinsicht ci propone, invece, un’immaginazione che prende la materia delle sue
immagini dai sensi. Infine, riprendendo il lavoro di Ferdinand Fellmann, mi
soffermerò in particolare sulla sua visione della Provvidenzia come guida
divina che indirizza l’azione dell’uomo nel corso della storia. Il ruolo
dell’uomo nella storia, la sua libertà condizionata in una prima analisi, e
successivamente la convinzione sia di Vico che di Kant, i quali ritengono
entrambi che il percorso storico sia opera esclusiva dell’uomo. Concluderemo
con l’analisi dell’immaginazione all’interno dell’opera di Kant Mutmaßlichen
Anfang der Menschengeschichte, all’interno della quale si afferma che
l’immaginazione sia utilizzata dall’uomo per elaborare delle congetture
riguardo l’origine della storia.
de
dc.description.abstract
Individuals, as Vico says, especially when they still have difficulties in
building a correct representation of reality, constantly recur to the power of
fantasy by trying to distort reality and make it as real as possible within
the reach of human abilities. Men, not being able to act with God’s eye, the
one who sees all in its fullness and perfection, act with men’s eye, analysing
the single parts, imagining and strengthening them with fantastic fiction, up
to attain a vision of everything. In this investigation I will concentrate on
Giambattista Vico’s works, with a careful analysis which follows the
development of fantasy, with a chronology which respects the development of
the theme of his works. Fantasy, according to Vico, is used by men as a mean
to create images that provide a model for the interpretation of reality, in a
process of reconstruction and reworking of men’s historical path. The control
means of fantasy is identified by Vico with reason, the only one capable to
adjust and provide the right argument to make it relevant in the real world.
Men, already from childhood, have the need to educate their way of thinking;
educate their spirit to reason – Vico continues –to educate the use of the
mathematical method. The philosopher distinguishes two phases of a man’s life
in whom, according to age and experience, these two intellectual abilities
have a specific value and a pre-eminence over the other: in young people,
fantasy prevails, among the elder, reason prevails. We’ll also respect the
autonomy of fantasy related to sensitivity. We’ll see how these two faculties
become independent or establish a relation to one another, to later reach the
definition and explanation of the words memory, fantasy and ingenious and
clarify their role in the reconstruction of history. It’ll also be essential
to underline the concept of fantastic universal, which, regarding to Remaud’s
definition is the attitude of still wild men whom take control of a natural
phenomenon through language; in terms of trying to adopt, in the
classification of things, a standard of uniqueness. The more a man gets out of
his “state of ignorance”, the more also changes the role and intensity of
fantasy in the existence. Fantasy, then, will become a refined poetic faculty
in a creative force that helps poets’ imagination and their ingenuity. Fantasy
as a poet’s quality is the transformation of the use of metaphor from its
previous philosophical value to a strictly artistic one. After a careful
analysis at Vico’s concept of fantasy, I’ll pass to the second part of my
research, which is based on the possible relationship between the concept of
Vichian fantasy and the transcendental Kantian imagination. The second part of
my doctorate will be focused on the following points: a) The difference
between creating (God’s work) and doing (man’s work) in Vico and Kant,
according to Otto’s vision; b) The search of a Kantian pure science which
enables man to achieve the synthesis of knowledge and the subsequent
consideration of referring to mathematics or geometry; c) The transcendental
imagination, within Kant’s work. The Kantian theory, therefore, will be built
on synthetical judgments a priori based on intuitions that has mathematics as
a teaching reference. I will compare the Kantian speech which intends a priori
synthesis as the ability to reformulate and to compose new elements that man
already possess within himself, with Vico’s theories, who argues that
mathematics is based on a structure that is logical-intuitive which relies on
the powers of imagination having, the person, to imagine numbers and shapes to
achieve the demonstration of theorems that are referenced. Although the
concept of imagination in Kant's transcendental imagination not only reduces
the Kritik der reinen Vernunft, there are at least two different variants in
the author's thought. The first in the Kritik der Urteilskraft, where fantasy
is free from the domination of the intellect, and in other cases, had always
set the imagination of the patterns within which it is forced to act. The
Anthropologie in pragmatischer Hinsicht proposes, instead, an imagination that
takes matter of its images from senses. Finally, taking the work of Ferdinand
Fellmann, I will focus in particular on his view of divine providence as a
guide that directs the action of man throughout history. The role of man in
history, his probation in a first analysis, and then the conviction either of
Vico or Kant, is considered to be the historical path of exclusive man work.
We conclude with the analysis of the imagination within the work of Kant
Mutmaßlichen Anfang der Menschengeschichte, within which it is stated that
imagination is used by humans to develop conjectures about the origin of the
story.
en
dc.rights.uri
http://www.fu-berlin.de/sites/refubium/rechtliches/Nutzungsbedingungen
dc.subject
Giambattista Vico
dc.subject.ddc
100 Philosophie und Psychologie::100 Philosophie
dc.title
Il concetto di fantasia nelle opere di Giambattista Vico
dc.contributor.contact
russopiertoni@yahoo.de
dc.contributor.firstReferee
Prof. Dr. Jürgen Trabant
dc.contributor.furtherReferee
Prof. Dr. Cacciatore Giuseppe
dc.date.accepted
2011-04-29
dc.identifier.urn
urn:nbn:de:kobv:188-fudissthesis000000036665-2
dc.title.subtitle
Relazioni tra il pensiero vichiano e quello di Immanuel Kant riguardo la
tematica della fantasia
dc.title.translated
The concept of fantasy in the works of Giambattista Vico
en
dc.title.translatedsubtitle
Relations between Vico’s and Immanuel Kant’s thoughts regarding the theme of
fantasy
en
refubium.affiliation
Philosophie und Geisteswissenschaften
de
refubium.mycore.fudocsId
FUDISS_thesis_000000036665
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FUDISS_derivate_000000010916
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